sabato 22 novembre 2014

Wonderful face

Molto enfaticamente americano, questo grazioso libro intitolato Wonder, è scritto (sotto pseudonimo) da J.R. Palacio e pubblicato da Giunti. Il romanzo è costruito con la frammentazione dei diversi punti di vista usando una tecnica narrativa già sperimentata con successo da molti autori (es. Buyea con "Il maestro nuovo"). Si può paragonare a una specie di canto corale che sviluppa la narrazione secondo una linea melodica che i vari protagonisti della vicenda si passano di mano per spiegare le proprie motivazioni interiori e per giustificare i propri comportamenti non sempre corretti e volontariamente perseguiti.
La storia riguarda il difficile inserimento di un ragazzo, August, nel difficile universo della scuola media.  Naturalmente le cose non sono così semplici, perché August è un ragazzo particolare: ha una terribile deformità di origine genetica che gli sfigura il volto e lo rende un "mostro" agli occhi dei coetanei.  La rappresentazione di un mondo preadolescente tutto teso a contemplarsi narcisisticamente allo specchio e a scrutare gli altri per scoprire in loro presunti difetti, è vivida e plastica: i ragazzi che circondano August non sono veramente in grado di controllare la loro reazione di rifiuto nei suoi confronti e il protagonista sembra a un certo punto rassegnarsi a essere guardato e messo alla berlina come un essere anormale spaventoso e pericoloso. Ma qualcosa comincia a incrinarsi in questo fronte di rifiuto, quando un ragazzina decide di rompere l'omertà del gruppo dei coetanei e inizia a frequentarlo. A poco a poco il fronte si sgretola e la vicenda corre verso un finale inaspettato e commovente che, forse, è la parte meno convincente del libro anche se sicuramente la più appagante. Chissà se in una situazione reale la forza dell'intelligenza e dell'empatia riesce ad avere la meglio sui pregiudizi di solito così radicati nei confronti di tutti quelli considerati 'anormali' dalla pressione di conformità di un gruppo adolescente?

venerdì 12 settembre 2014

Rupert Willis
Non aver paura
DEA 2014
Un altro libro sui licantropi. O meglio su qualcosa che assomiglia alla licantopia. Il tutto però condito in modo assolutamente originale. I protagonisti sono due: James, un ragazzo di tredici anni e Webster, un ex soldato che porta con un segreto inquietante e misterioso. I due sono in fuga per diversi motivi e trovano una banda di cattivi capeggiati da una vecchia giostraia in odore di stregoneria. Questo è un romanzo di formazione ambientato in una squallida modernità americana fatta di ambienti degradati, comunità degradate, territori desolati. Il racconto è serrato, abbastanza ben scritto, piuttosto angosciante. Non diciamo ovviamente com'è il finale, ma c'è una delicatezza che è bene sottolineare. Benché sia evidentemente un libro sulla licantopia, non se ne parla mai apertamente, viene descritta come una 'maledizione' la cui liberazione richiede una specie di rito crudele. Da leggere nel secondo o terzo anno della scuola media.

domenica 4 maggio 2014

Il teatro dei pensieri

Nuovo libro per ragazzi pubblicato in formato e-pub: Il teatro dei pensieri, dedicato a uno dei misteri più affascinanti del Rinascimento: Il Teatro della memoria di Giulio Camillo. 
L'Arte della Memoria era un'antichissima pratica che serviva a sviluppare meravigliosamente la memoria umana. Ma quando un'Accademia segreta di cultori della mnemotecnica incontra la vita di tre normalissimi ragazzi dei nostri giorni, gli eventi possono prendere una piega sinistra e inquietante. Soprattutto se di mezzo ci si mette uno dei misteri più appassionanti e irrisolti della storia: il Teatro della Memoria di Giulio Camillo. Secondo il suo costruttore, un famoso umanista dell'epoca, era un modello in legno, molto grande, a forma di semicerchio, che aveva il potere di conferire una grande memoria e una grande conoscenza a chiunque si fosse seduto nel suo centro.
Il Doge di Venezia e il Re di Francia fecero a gara per possedere questo teatro. Ma durante i numerosi viaggi di Giulio Camillo tra Parigi e Venezia, questa costruzione misteriosa scomparve. Giulio Camillo morì a Milano nel 1544 sotto la protezione del Marchese del Vasto e della cerchia di nobili a lui fedeli. Il teatro non fu mai più visto ma nei secoli seguenti molti lo cercarono: sembrava impossibile che una tale meraviglia fosse stata distrutta.
Invece ecco riaffiorare dall'oblio alcune tracce che conducono a una Villa cadente nei pressi di Milano: la posta in gioco è alta ma i pericoli da affrontare sono enormi e qualcuno senza scrupoli agisce nell'ombra.
Potete trovare il libro qui e su tutti i principali negozi di e-book.
C'è anche un blog che contiene approfondimenti e retroscena.

giovedì 6 marzo 2014

Ogni giorno è una vita diversa

Straordinario libro è quello di David Levithan, intitolato Ogni giorno edito da Rizzoli. L'idea della storia è geniale: un adolescente, sedicenne, si sveglia ogni giorno in un corpo diverso. Per lui è sempre stato così e lo considera una cosa normale. Dal suo punto di vista, questo incredibile modo d'essere gli procura un'amplissima esperienza del mondo e delle persone. Pur mantenendo la sua personalità egli sperimenta corpi diversi, modi di vita diversi, vedute esistenziali diverse. Può accedere con discrezione ai ricordi degli individui di cui abita il corpo per un giorno ma non riesce a percepirne le emozioni.  "A" (così egli chiama se stesso) si dà ben presto delle regole. evitare di interferire in modo drammatico con la vita dei ragazze e delle ragazze di cui è "ospite", mantenere un distacco totale, osservare con attenzione e incamerare ogni ricordo bello e brutto che vive nelle diverse situazioni.
Tutto sembra andare per il meglio, ma un giorno, incontrando una ragazza, contravviene alla sua rigida deontologia e avvia una relazione che nei suoi intenti è destinata a perdurare nel tempo. Ben presto però "A" si rende conto delle enormi difficoltà che questo comporta, oltre al fatto che qualcun altro comincia ad accorgersi di quello che succede.
Il romanzo è di quelli che si leggono tutti d'un fiato perchè è scritto benissimo, con un ritmo serrato e pieno di sorprese. Inoltre contiene un'apertura sui diversi modi di affrontare la vita molto difficile da rendere con una narrazione più comune.
Le considerazioni, ad esempio, sulla diversità, sul sentirsi diversi dei numerosi ragazzi e ragazze che visita, lo portano a elaborare un'idea del mondo estremamente equilibrata, smagata e rispettosa al tempo stesso. Tale atteggiamento è molto utile per l'età adolescenziale, quando il desiderio di piacere agli altri, al gruppo, portano moltissimi adolescenti ad avere un'egocentrismo quasi maniacale che sfocia spesso in una insensibile incapacità di comprendere gli altri, soprattutto quando si discostano dalle leggi del gruppo.
Un libro insomma che TUTTI i ragazzi prima o poi (meglio prima) dovrebbero assolutamente leggere.

lunedì 13 gennaio 2014

Se ci sei batti un colpo...

Lo striscione dei diciottenni di un paese vicino a Torino, appeso a festoni sulla strada centrale, recita: "Siamo la risata nel tunnel degli orrori". In un momento storico in cui l'immagine del tunnel da attraversare appare così efficace per rappresentare la sostanziale immobilità economica e sociale - e non ci si riferisce solo alla questione della crisi, ma anche a un certo vuoto mentale che sembra pervadere pogni cosa - è singolare che dei giovani maggiorenni riescano a definirsi 'risata' nel buio. Mettiamo da parte lo spirito goliardico, la fanfaronata appena post-adolescenziale, la spacconata fracassona: tutte cose scusabili, se non si fanno quando si hanno diciott'anni.... sembra di sentire una conversazione sul sagrato della chiesa tra gente ormai disillusa.... eppure è la parola che risalta come un fuoco vivo: risata.
L'atto del ridere è vitale: ridere di qualcuno, ridere di qualcosa, prendere in giro con una risata sono tutti aspetti che indicano la voglia di rilanciare, il desiderio di andare oltre. Ma anche ridere beffardamente, sarcasticamente: c'è una volontà di rivalsa in tutto questo, un desiderio di liberarsi da una cappa, di uscire fuori dal tunnel.
Inconsapevolmente questi ragazzi si sono inchinati al capezzale del morente e, scherzando tra di loro, gli hanno detto: «Ohé! Ci sei? Se ci sei batti un colpo perché noi ci siamo. Magari non più qui, magari altrove, abbiamo qualcosa da dire, a dispetto di quello che ci dicono, perché forse i morti siete voi, ma non noi. Noi il colpo lo batteremo, dovunque saremo, e sarà ben forte...»