giovedì 14 aprile 2016

Dopo La Repubblica delle farfalle in cui il tema della Shoah viene trattato con intensa e dolente partecipazione, Annalilla di Matteo Corradini è un testo di straordinaria poesia e delicatezza. La vicenda è semplice: per una serie di fortunate (o sfortunate, dipende dal punto di vista) coincidenze Annalilla, undici anni, si trova da sola a casa per una settimana. Deve gestire una nonna ammalata, un'amica molto particolare e un intrico di pensieri, sensazioni ed emozioni che le daranno filo da torcere. In realtà questa è la prima settimana del mondo per lei che sta iniziando a diventare donna, scandita da canzoni che richiamano i versetti biblici della creazione e da un nuovo, totale, immenso rapporto con la nonna che diventa inconsapevole mentore verso una vita nuova e un nuovo modo di percepire le cose. Bisogna dire questo è un libro difficile da leggere perché parla di cose sgradevoli (la malattia, gli aspetti fisici della vecchiaia nonché della giovinezza) , tuttavia tutto entra a far parte di un puzzle che si compone mirabilmente poco per volta e che delinea profondità emozionali quasi insondabili.
A coronamento di tutto è il linguaggio, nuovo eppure quasi elegiaco, filosofico e quotidiano. Le due dimensioni collidono continuamente e creano vertiginosi abissi di profondità che spalancano zone ambigue, complesse, di grande suggestione.
Questo libro, squisitamente femminile, va letto in modo non superficiale e deve essere meditato e affrontato come una prova da superare per imparare a crescere e a comprendere la vita propria e quella altrui.