sabato 5 gennaio 2013

Il ragazzo fantasma

Raro è che un autore come Melvin Burgess manchi il centro, e anche questo libro (uscito in Inghilterra nel 2000 ma in Italia editato solo ora per i tipi di bohemracconta) è un colpo da maestro.  Il libro, intitolato Il ragazzo fantasma racconta di un ragazzo, David, considerato 'borderline' dai servizi sociali, dagli insegnanti e da quanti si occupano di lui. Situazione familiare difficile, madre che si è allontanata dalla famiglia, padre distante, assente anche se affettuoso, ripiegato sul suo dolore; David subisce il fascino di una grata di aerazione che si affaccia nella sua stanza: si infila dentro per carpire i segreti della sua casa e lì, nel dedalo intricato dei tubi fa un incontro agghiacciante. La vicenda si snoda poi nel definirsi di un rapporto con un anziano vicino di casa,  proteso verso la morte ma impossibilitato a compiere il gran passo. Ingredienti difficili questi, l'argomento del morire, del diventare vecchi, del perdere la coscienza di sé, che la letteratura per ragazzi ha sempre cercato di evitare con cura, o al massimo ha affrontato con una notevole dose di retorica. Eppure qui non c'è traccia di melodramma, né di necrofobia: al di là della vicenda personale del ragazzo protagonista, che deve affrontare delle ingiuste accuse di violazione di domicilio, di teppismo e di atti di vandalismo c'è la realtà della vita: invecchiare può essere anche dolce quando si hanno molti ricordi da far fruttare così come  la perdita può diventare risorsa per chi invece è orientato a dimenticare tutto nel segno della rabbia e della sfida al mondo. Un libro da leggere e da far leggere assolutamente.

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