L'Isola dei Liombruni di Giovanni DeFeo per i tipi di FAZI Editore
è la sorpresa di questa estate. Libro visionario e complesso, ha una
scrittura di difficile decifrazione. Un primo sorprendente contrasto è
dato dalla scrittura, realista, che disegna un'atmosfera completamente
fantastica. L'isola dei Liombruni infatti evoca i movimenti onirici
degli adolescenti colti nel difficile momento del trapasso
dallì'infanzia alla vita adulta.
I riferimenti psicologici sono
evidenti: il desiderio di libertà, fino al punto di sognare di
uccidere gli adulti e il destino a prenderne il posto in una visione
ciclica del mondo e della vita sono temi classici legati al romanzo di
iniziazione. Tuttavia la trattazione è estremamente originale, come
originale è da un lato la crudezza di rappresentazione del mondo e
dall'altro l'estremo realismo delle situazioni descritte.
L'isola
risulta dunque un plausibile spaccato di pulsioni adolescenti e la sua
estate eterna, destinata a rivivere ogni vent'anni nei sogni dei
ragazzi che vi trascorrono le vacanze, è l'estate della tensione tra la
voglia di crescere e il desiderio di rimanere bambini.
Le leggi
dell'isola dicono che tutto ciò che si sogna è reale; che le parole
"mamma" e "papà" sono proibite; che gli Alti sono nemici e che nessuno
può uccidere i liombruni. Sono leggi da rispettare con un segreto
brivido di paura, come quello che scuote dal sonno Smiccio e Zenzero,
all'alba del loro quattordicesimo compleanno.
Il mondo, che ricorda le atmosfere del fortunato capolavoro di Golding Il Signore delle Mosche
pur nella sua mediterraneità, è un mondo fantastico e oscuro in cui gli
Alti non sono che gli adulti, sopravvissuti alla notte di violenza
della Carnara. In esso vi sono ritualità emozionate e conturbanti: i
Certami sono sfide sanguinose, i ragazzi possono diventare potenti
Baroni e le ragazze belle e perfide Capere, signore dello Struscio
serale e di amori brevi e intensi come fiammate.
Ma attenzione:
tutto assume ben presto le fattezze di un sogno collettivo destinato a
incrinarsi non appena si scoprono passioni più adulte: l'amore proibito
(perché continuo e VERO) di Smiccio per Cecella, la gelosia, la
crudeltà, l'avidità.
Così si celebra il tramonto del sogno: un declino che sfocerà (forse) in un'ultima, prevedibile e inevitabile Carnara.
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